INTERVISTA ESCLUSIVA A DE MITA: "LA CODARDIA HA SEGNATO LA FINE DELL'UDC, VA FONDATO UN PARTITO POPOLARE"

L'On. Giuseppe De Mita è stato Deputato e Vice Presidente della Regione Campania

Intervista esclusiva di Michele Guerrieri a Giuseppe De Mita

Salve Onorevole, innanzitutto grazie per la cortesia di aver accettato l'intervista esclusiva per il "Il blog Popolare". Il suo impegno verso i valori della cultura politica popolare è sotto gli occhi di tutti. In questi anni alla Camera e nel suo vecchio UDC, si è differenziato dal declino dello stesso partito, grazie alla sua proposta valoriale ma nuova, essendo uno dei giovani più intellettualmente e popolarmente degno di rifondare il popolarismo nella scena nazionale italiana. Proposta nuova, nel senso di aver compreso l'attualità dei tempi, con annessa attuazione del popolarismo in questo contesto storico, per il rilancio del Paese e della rappresentanza democratico cristiana.
Per prima cosa, le voglio chiedere, qual è la cosa che ricorda con più orgoglio, da rappresentante istituzionale dell'Unione Di Centro?

Giuseppe De Mita: "Due ricordi: il primo, quando in prima lettura alla Camera da solo, senza nemmeno la solidarietà dei colleghi del mio partito, non ho votato a favore della riforma costituzionale; il secondo, il congresso regionale in Campania; assemblea straordinaria, segno di ciò che sarebbe potuto essere e invece è stato impedito che fosse."

Un prelato un giorno disse ad un giovane "se vedi vecchi e non giovani in un'organizzazione, vuol dire che quei vecchi si sono mangiati i giovani". Con questa frase, vorrei chiederli, come mai la classe dirigente democristiana della seconda repubblica non ha saputo puntare sui giovani, oppure sono i giovani che non hanno saputo rischiare o osare dal punto di vista politico? E come riavvicinarli al nostro mondo?

Giuseppe De Mita: "Spesso le due circostanze si incrociano: nessuno cede mai il passo volentieri; e nessuno che non abbia forza conquista lo spazio necessario. Il punto vero è che pochi si sono preoccupati, non di fare spazio ai giovani, ma di tramandare gli insegnamenti ed il pensiero, ampio e articolato, che aveva animato la DC. Il nostro mondo allo stato delle cose o non esiste o è un equivoco. Quale sarebbe il nostro mondo, quello cattolico? E quale? Quello vicino al Papa o quello che lo osteggia? Quello che sventola il rosario in piazza o quello che accoglie i migranti? Il mondo cattolico non è una categoria politica. Esistono i diversi filoni dei cattolici impegnati in politica, quello cui sento di appartenere è quello del cattolicesimo popolare: un modo di leggere la realtà e un metodo per governarla. Per quello che riguarda i giovani: è sempre stato difficile che si avvicinino a gente che ha smesso di sognare utopie." 

Da deputato Giuseppe De Mita è stato l'unico dell'Udc a non votare a favore del DDL Cirinnà

Riguardo alle ultime elezioni, rifarebbe la scelta di essere candidato nel collegio unoniminale di centrosinistra? Non trova che sui temi etici il Pd abbia perso completamente l'elettorato cattolico?

Giuseppe De Mita: "La mia convinzione era che si sarebbe dovuti andare da soli, aggregando altri su questa posizione. Il congresso nazionale sarebbe dovuto servire a dare vita a questa iniziativa. Purtroppo, un innato senso di codardia ha portato l'UDC da subito a piegarsi in cortigianerie verso la destra (segnando così la propria fine).
Alla fine, essendosi tutti messi o da una parte o dall'altra, per me l'unico spazio praticabile era in una intesa contro le destre, quella grillina e quella leghista (era facile prevedere l'epilogo di Forza Italia).
Il PD ha perso voti per altre ragioni. Che mi sono chiare, avendo tentato di contrastare gli errori commessi nella scorsa legislatura. E se esiste un elettorato cattolico si è sparpagliato, ma non certo per i temi etici. Più probabilmente per le questioni di natura sociale, sulle quali vi è la vera profonda insoddisfazione."

Il vice premier Matteo Salvini, si fa filmare con il rosario e con la bibbia in mano, ma cosa contesta da cattolico impegnato in politica al leghista?

Giuseppe De Mita: "Il punto non sono queste carnevalate. Il punto è non approfondire che le istanze di paura che ci attraversano non si curano con sceriffi e pistole. Questa è una paura più profonda. Una paura da perdita delle certezze del passato su reddito, consumi, benessere. E siccome il cambio di sistema non ci ridarà più le orge della finanza, occorre dare un nuovo orizzonte in cui ci si possa tutti sentire protetti e sereni. Salvini e i 5Stelle saranno travolti dalle loro parole, quando si capirà che hanno solo soffiato sul fuoco, ma non hanno spento l'incendio. Solo che l'esito del loro fallimento è imprevedibile...come è stato l'esito del fallimento renziano."

I residui dell'Udc si sono riuniti a Fiuggi, una bella manifestazione, ma è d'accordo con Tassone quando pensa che lo scudocrociato vada dato ad una fondazione se non si trova una sintesi di tutte le piccole forze in campo?

Giuseppe De Mita: "Lo scudo crociato va consegnato alla storia. In ogni caso."

Per lei, quando pesa l'abolizione della preferenza, per i rappresentanti dei corpi intermedi come i sindacati e per i partiti popolari e non populisti, che dirigono la politica dai social con movimenti oligarchici?

Giuseppe De Mita: "La preferenza è uno strumento. Il punto vero è la rappresentatività della rappresentanza, che si potrebbe realizzare anche senza preferenza. Siamo però in una fase così acuta del processo di individualizzazione e disintermediazione che non saprei da dove riprendere il filo. Potrebbe aiutare la preferenza, ma senza partiti e movimenti rischia di promuovere una classe dirigente di capetti."

In Spagna, il Partito Popolare si è rinnovato con il quarantenne Pablo Casado, vittorioso del congresso, pensa che in Italia si possa rilanciare il partito come in Spagna, dove oggi detiene la leadership dell'opposizione al governo Sanchez?

Giuseppe De Mita: "In Italia oggi non c'è un partito di matrice popolare. Andrebbe fondato, non rilanciato. Ma per fare un partito non occorre un leader quarantenne, ma un pensiero che si misuri con la complessità e le inquietudini di questo tempo.
Credo che nella storia i processi abbiano un loro tempo di gestazione. Siamo dinanzi ad una crisi epocale e sembra che non ci sia una cultura e un pensiero che provino a guardare oltre il recinto. Probabilmente non è così. Ci sono tanti piccoli segnali che qualcosa inizia a muoversi.
Occorre lavorare e avere pazienza."

Dopo la negazione su sua richiesta di un nuovo congresso nazionale dell'UDC, ha fondato insieme allo zio Ciriaco De Mita, il movimento "L'Italia è popolare" 

Intervista esclusiva dell'On. Giuseppe De Mita per "Il blog Popolare"

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